La Costa dei Trabocchi di - Laura Quieti
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Grazie Laura. Grazie perché con le tue immagini hai mostrato ai nostri visitatori la nostra stupenda costa, perché hai ricordato il tragico evento del trabocco Capo Turchino che non doveva finire in quelle condizioni, perché le tue immagini sono degne di una persona attenta, colta e innamorata della fotografia. GRAZIE. Questo il suo racconto. Il 5 novembre 2015 Il Consiglio regionale abruzzese ha approvato all'unanimità l'istituzione del parco naturale regionale "Costa dei Trabocchi" i cui confini vanno dalla zona nord di San Vito Chietino alla zona sud di Rocca San Giovanni e si estende per 6 miglia marine nel tratto di mare prospiciente i due centri del litorale frentano. E’ un tratto di costa abruzzese famoso per la bellezza naturalistica e la varietà paesaggistica, resa ancora più originale dalla presenza dei tanti “trabocchi” già tutelati dalla legge regionale 93 del 1994. Il trabocco (nelle varianti abruzzesi e molisane detto anche bilancia o travocco) è un'antica macchina da pesca tipica della costa adriatica tra Gargano, Molise e Abruzzo, tutelata come patrimonio monumentale anche dal Parco Nazionale del Gargano.

ll fascino di queste palafitte marine fu ampiamente descritto da Gabriele D’Annunzio ne “Il Trionfo della Morte” e non poteva che essere così. Nei suoi soggiorni presso l’Eremo della frazione Portelle di San Vito, il Vate aveva modo di immergersi nella bellezza selvaggia di questo tratto di costa, pennellando con le parole, come può fare un pittore sulla tela, l’immagine del trabocco di Capo Turchino: “…proteso dagli scogli, simile ad un mostro in agguato, con i suoi cento arti, il trabocco aveva un aspetto formidabile… La lunga e pertinace lotta contro la furia e l’insidia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni. La macchina pareva vivere d’una vita propria, avere un’aria e una effigie di corpo animato”. Chi ha avuto la possibilità di ammirare questo trabocco prima della burrasca del 2014 ha sicuramente colto la similitudine di quanto mirabilmente descritto da D’Annunzio. Un crollo che con molta probabilità poteva essere evitato, considerando che i fondi per il suo recupero erano già stati stanziati. Ma così è stato e attualmente al suo posto si protende nel mare un suo simile, degnamente ricostruito, ma… come spesso accade, incapace di sprigionare la stessa màlia dell’originale. Laura Quieti.  GUARDA LA IMMAGINI.