Le Glorie di Scanno di - Laura Quieti

Le Glorie di Scanno. L’11 novembre, nell’aria autunnale che ormai si avvicina a grandi passi all’inverno, viene celebrata da più parti la festa di San Martino, in ricordo del cavaliere che tagliò in due il suo mantello per coprire un mendicante intirizzito dal freddo. La tradizione popolare vuole che, per questo motivo, quei giorni siano definiti come Estate di San Martino, dal momento che la calda luce radente di un tiepido sole concede gli ultimi sprazzi prima delle piogge e rende fiammanti i boschi. Anche quest’anno la tradizione non è venuta meno, consentendo di celebrare i riti nel migliore dei modi. A Scanno, in particolare, si rinnova un rituale legato ad antiche cerimonie celtiche e longobarde: sui colli circostanti il bel borgo montano vengono innalzate delle alte cataste di legno, le “Glorie”, che i giovani del paese distinti per contrade (Plaia, Cardella, Decontra di San Martino) iniziano a costruire dal mese di ottobre. La vigilia della festa è il momento più intenso, in cui viene terminata la costruzione di ciascuna Gloria. In equilibrio sui tronchi serrati ci si inerpica per raggiungere la cima e inserire frasche e ceppi utili per la combustione. Sfidando la legge della gravità, i pazienti costruttori restano anche ore nella stessa posizione per issare tutto il necessario. Da basso altri contradaioli provvedono ai beni di conforto, non lesinando accoglienza ai visitatori. Passano le ore e gli animi si accendono prima ancora della vera combustione. Canti canzonatori verso le altre contrade, risate e complicità non sottraggono l’attenzione verso l’attività in essere. Tutto deve essere preciso, tutto ruota nell’attesa del fuoco che, in contemporanea, illuminerà i tre colli di Scanno. Si inizia a chiamare il tempo mentre il buio viene rischiarato solo dalle luci del paese sottostante. E poi, al via, il fragoroso incendio di ciascuna Gloria illumina la scena mentre i contradaioli osservano attenti l’andamento della combustione. La magia delle fiamme incanta il pubblico, nell’attesa che termini il rogo per portare il “palancone” in paese dove si riuniranno tutti per continuare i festeggiamenti fino al giorno dopo. Laura Quieti. GUARDA LE IMMAGINI.