Corso completo di foto digitale - Quinta parte |
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Giovedì 19 Marzo 2009 15:21 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
CORSO BASE: Funzioni automatiche e regolazioni manuali Tratto dal sito www.3megapixel.it/demo.pdf Tutte le fotocamere digitali, salvo poche eccezioni, sono completamente automatiche in modo da poter inquadrare e scattare senza occuparsi delle regolazioni. Questi sistemi automatici sono utilissimi nella maggior parte delle situazioni ed anche i professionisti li usano molto. Tuttavia, per ottenere immagini meno standardizzate e più creative occorre poter utilizzare i controlli manuali. In questa lezione vedremo come escludere le impostazioni automatiche e quali risultati possiamo attenderci.
Le fotocamere hanno molti automatismi incorporati, fra i quali: Le fotocamere hanno molti automatismi incorporati, fra i quali: L'autoesposizione calcola la corretta esposizione per la scena da riprendere. Il fuoco automatico mette a fuoco il soggetto inquadrato Il bilanciamento del bianco regola i colori in funzione del tipo di sorgente luminosa Il flash interviene automaticamente se l'illuminazione ambientale non è sufficiente. L'avanzamento automatico prepara la camera per la prossima foto. La maggior parte di coloro che scattano fotografie non sentono mai il bisogno di andare oltre la semplice ripresa automatica, però per avere davvero il controllo delle immagini, occorre talvolta passare all'altra sponda. Solo così e possibile dare libero sfogo alla propria creatività.
L'esposizione, la quantità di luce che raggiunge il sensore, determina quanto chiara o scura sarà la fotografia. Se troppa luce colpisce il sensore, la fotografia sarà sovraesposta, slavata, sbiadita. Troppo poca luce produce una foto sottoesposta, scura e con poco dettaglio. La quantità di luce viene controllata in due modi: dall'apertura del diaframma (varia il diametro del foro attraverso il quale la luce entra) e dalla velocità di scatto dell'otturatore (per quanto tempo la luce colpisce il sensore). Con l'esposizione automatica la fotocamera sceglie per noi una o ambedue queste regolazioni. Molte camere digitali hanno solo l'esposizione automatica, ma quelle di gamma medio/alta permettono anche di scegliere i comandi manuali. Le macchine completamente automatiche agiscono sia sull'apertura che sulla velocità. Il comando manuale a priorità di apertura permette di selezionare l'apertura (per determinare la profondità di campo) e la camera seleziona in conseguenza la velocità più adatta. Il comando manuale a priorità di otturatore permette di scegliere la velocità dello scatto (in caso di soggetti in movimento) mentre la camera sceglierà la migliore apertura di diaframma per una buona esposizione. Vedi anche l'articolo di approfondimento Le modalita P/A/S/M
Per misurare la luce riflessa dalla scena, la fotocamera usa una o più fotocellule. Il grado di esposizione operato in automatico dipende in massima parte da quale area della scena viene valutata. La maggior parte delle camere leggono l'intera area ma danno maggiore importanza alla parte bassa, perché un cielo luminoso potrebbe causare una sottoesposizione del resto della scena. Naturalmente la maggior enfasi viene data al centro dell'immagine presumendo che quella sia l'area di maggior interesse. Alcune camere consentono di selezionare una particolare modalità per cui viene misurata solo la luminosità del centro della scena, tutto il resto viene ignorato. L'autoesposizione può essere usata meglio se si cerca di capire come la camera "pensa." Tutti i sistemi di misura sono calibrati presumendo che quasi sempre nella scena vi sono alcune ombre scure, molti toni di grigio, ed alcune zone luminose, e che la media di tutti questi toni corrisponde ad un valore di brillantezza che chiameremo grigio-medio. Quando il sistema di misura valuta la luminosità di una scena, viene calcolata una esposizione che riprodurrà esattamente quel grigio-medio.
Se si fotografano un muro bianco, un muro grigio, ed un muro nero, la camera li farà apparire in tre tonalità di grigio nelle fotografie. Per farli apparire nelle immagini i loro veri colori si usa la compensazione dell'esposizione. Il comando manuale più comunemente usato è proprio la compensazione dell'esposizione. Questo comando permette di selezionare valori come +2, +1, -1, e -2 per rispettivamente aumentare o diminuire l'esposizione. Variare questi parametri è essenziale in ambienti dove l'esposizione automatica potrebbe venire confusa, per esempio in scene in controluce o scene con sabbia o neve. I sistemi di autoregolazione, per quanto buoni, tendono a rendere le scene luminose troppo scure e le scene scure troppo chiare. Con la compensazione dell'esposizione è possibile schiarire o scurire una immagine e farla apparire nel modo desiderato.
L'esposizione automatica avrebbe reso una scena nella nebbia troppo scura. Per renderla più realistica è stata usata la compensazione dell'esposizione.
Sapere quando schiarire o scurire una scena richiede una certa esperienza. Alcune fotocamere digitali facilitano le cose permettendo di agire sul comando manuale e facendo vedere sul monitor la scena come verrà riprodotta. Altre dispongono di un comando che riprende in automatico una serie di foto della scena con diverse regolazioni di esposizione (autoexposure bracketing - AEB) per consentire la scelta dell'immagine migliore. Tutto questo permette a chiunque di ottenere con facilità ottimi risultati. Il fotografo appassionato (o incallito se preferite) però, non ama molto le cose "troppo facili" che tolgono alla fotografia un po' del suo fascino, che la rendono più arida e tecnica, riducendo la componente creativa.
Regolazione dell'esposizione Anche se la compensazione dell'esposizione permette di intervenire con regolazioni manuali, la camera rimane sempre in modalità automatica. Per dare veramente sfogo alla propria creatività, occorre selezionare manualmente sia la velocità di scatto che l'apertura del diaframma. Con queste due regolazioni si riesce a controllare il modo in cui il soggetto in movimento e la profondità di campo vengono resi nelle immagini.
La velocità dell'otturatore - Con la scelta manuale della velocità di scatto si può decidere se un soggetto in movimento veloce apparirà nitido o confuso. Più alta è la velocità dell'azione, maggiore dovrebbe essere la velocità dell'otturatore per ottenere figure con contorni netti.
L'alta velocità dell'otturatore riesce a fermare un colibrì in volo, mentre la sfocatura delle ali rende bene il loro movimento vorticoso.
A bassa velocità si ottengono immagini confuse di azioni rapide, o si catturano scene in ambienti poco illuminati, preferibilmente usando un treppiede per eliminare le sfocature causate dai movimenti della camera.
Apertura del diaframma - Con la regolazione dell'apertura si controlla la profondità di campo, l'area ad una certa distanza dall'obiettivo entro la quale le figure sono a fuoco. É quindi possibile scegliere se avere uno sfondo sfocato o perfettamente a fuoco. Vedi anche l'articolo di approfondimento Le modalità P/A/S/M
Una piccola apertura del diaframma produce una maggiore profondità di campo. Il soggetto in primo piano e quello in secondo piano sono a fuoco.
CORSO BASE: Funzioni automatiche e regolazioni manuali
Un istogramma è la rappresentazione grafica della distribuzione nell'immagine dei 256 possibili livelli di luminosità. Molte camere ora mostrano un istogramma che indica se l'esposizione è corretta. L'istogramma indica la distribuzione dei toni dei grigi nell'immagine e facilita la scelta corretta dei parametri di esposizione.
L'asse orizzontale rappresenta la gamma di luminosità da 0 a sinistra (ombra) a 255 (luce) a destra. Provate a immaginarlo come una linea suddivisa in 256 spazi su ognuno dei quali si sovrappongono i pixel dello stesso tono presenti nell'immagine. L'asse verticale rappresenta il numero di pixel che stanno sopra ognuno dei 256 valori di luminosità. Più alta è la zona nera sopra ogni spazio, più numerosi sono i pixel che vi sono a quel livello di luminosità. Per valutare un istogramma si osserva la distribuzione dei pixel sui due assi. Una immagine che usa l'intera gamma dei toni avrà un ragionevole numero di pixel ad ogni livello di luminosità. Una immagine con poco contrasto presenterà i pixel raggruppati e una gamma di toni più ristretta. Vedi anche l'articolo di approfondimento sugli istogrammi.
Quando si mette a fuoco una scena, solo un piano ad una certa distanza dalla camera può essere perfettamente a fuoco, detto piano di fuoco critico. Avvicinando o allontanando la camera da quel piano, gli oggetti diventano progressivamente sfocati. In teoria il fuoco perfetto si manifesta ad una distanza ben determinata, in pratica esiste un intervallo prima e dopo il piano di fuoco critico entro cui gli oggetti appaiono "accettabilmente a fuoco". L'area davanti e dietro al piano di fuoco critico dove le cose appaiono accettabilmente a fuoco, si definisce "profondità di campo." Le fotocamere digitali possono essere dotate di tre tipi di messa a fuoco: fisso, automatico o manuale.
Fuoco fisso - Le camere a fuoco fisso sono predisposte per mettere a fuoco le immagini entro una distanza specifica, diciamo all'incirca da 2 metri all'infinito, senza alcuna possibilità di variare questa impostazione. Ovviamente il fuoco fisso si trova solo nelle camere meno costose.
Fuoco automatico - L'autofocus di solito usa un punto al centro della scena per focalizzare automaticamente le lenti. Questo sistema va benissimo, a patto che si voglia che il centro esatto della scena sia esattamente a fuoco. Se il soggetto principale non si trova al centro, diventa necessario accettare un compromesso.
Fuoco manuale - Con il fuoco regolabile, o manuale, è possibile scegliere quale parte della scena sarà esattamente a fuoco, ed usare l'apertura di diaframma per determinare eventuali sfocature in primo piano e/o allo sfondo.
Focalità- Alcune lenti sono progettate per lavorare a distanze minori di altre dal soggetto, cioè hanno una gamma di focalità più ampia. Più ci si avvicina al soggetto tenendolo a fuoco, più grande questo apparirà nell'immagine finale.
Area di fuoco mobile - Fino a non molto tempo fa le camere focalizzavano sempre il centro della scena, ora è stato introdotto un sistema con numerose aree a fuoco, o anche un'area mobile. Se le aree di fuoco sono più di una, la camera automaticamente selezionerà quella più vicina. Se l'area di fuoco è mobile, si sceglie manualmente dove posizionarla.
Non tutti i bianchi sono uguali, perché possono comprendere sfumature di altri colori. Anche un oggetto bianco puro cambia colore se viene illuminato da luci diverse. La luce solare è una luce chiara senza tonalità particolari in pieno giorno, ma all'alba ed al tramonto tutto assume una diversa sfumatura di colore. In una stanza illuminata da una lampada ad incandescenza, la luce assume una tonalità calda e arancione, mentre sotto la luce di una lampada fluorescente i colori tendono a varie sfumature di verde/grigio/azzurrino.
Non tutta la luce ha lo stesso colore, e le immagini fotografiche avranno tendenzialmente la tonalità della luce ambientale.
Nella fotografia a pellicola, il film è bilanciato per un particolare tipo di illuminazione, e se si fotografa sotto altri tipi di luce, si usano filtri colorati applicati sopra l'obiettivo per compensare i colori. Nelle camere digitali i colori sono compensati variando il bilanciamento del bianco, che regola la brillantezza relativa delle componenti rosso, verde, e blu in modo che l'oggetto più luminoso appaia bianco. Aggiustare il bilanciamento sulla parte bianca della scena assicura che tutti gli altri colori siano registrati in modo più accurato.
Tutte le fotocamere digitali hanno la regolazione automatica del bilanciamento del bianco, alcune però permettono di intervenire manualmente. E' sufficiente puntare l'obiettivo verso una superficie bianca e premere il bottone del bilanciamento. Altre camere permettono una scelta di bilanciamento, per esempio adattandolo alla luce solare piena, tempo nuvoloso, lampada incandescente o fluorescente, e luce del flash. Leggi anche l'articolo di approfondimento sul bilanciamento del bianco.
Con la luce solare si ottengono colori neutri, senza particolari sfumature
Le lampade ad incandescenza producono immagini con una dominante giallo/arancione
Tubi fluorescenti danno una dominante verde/azzurrognola.
CORSO BASE: Il flash Il flash ne ha fatta di strada dal 19° secolo, quando i fotografi dovevano accendere della polvere da sparo sopra un vassoio per illuminare la scena. I flash automatici in dotazione alle fotocamere digitali usano un tubo elettronico che emette un breve, intenso fascio luminoso. Questa sorgente di luce è accoppiato ad un sofisticato meccanismo di misurazione della luce e controllo dell'esposizione.
L'intero sistema permette di scattare fotografie quando la luce ambientale è insufficiente, o ridurre i contrasti nelle giornate di sole. É talmente comodo e facile da usare che spesso non siamo consapevoli della sua presenza. Vediamo questi flash in dettaglio, ed alcune alternative che danno risultati ancora migliori.
La potenza del flash determina la sua portata utile. I soggetti entro questa portata possono essere correttamente esposti, quelli fuori portata saranno troppo scuri. I fabbricanti talvolta dichiarano la potenza del flash con un numero guida. Più alto è il numero, maggiore sarà la portata utile. Poiché il numero guida cambia quando si varia la velocità o la lunghezza focale, molti fabbricanti dichiarano la portata massima, presumendo che il flash sia carico e che il diaframma sia alla massima apertura.
Nelle fotocamere completamente automatiche il flash entra in azione quando la luce è troppo debole per una corretta esposizione. Nelle camere più sofisticate si può scegliere fra alcune modalità per ottenere vari effetti. Automatico: il flash interviene in caso di luminosità scarsa o quando il soggetto è in controluce. Riduzione occhi rossi: il flash proietta un breve lampo per provocare la chiusura dell'iride del soggetto un attimo prima del lampo principale. Riduzione delle ombre: uso forzato del flash quando c'è abbastanza luce ma si vuole schiarire le ombre. Questa modalità è utile in pieno sole col soggetto illuminato da dietro o di lato. Riduzione delle ombre: uso forzato del flash principale anche quando è attivo un flash esterno. Flash disattivato:si usa quando l'illuminazione è scarsa ma si preferisce usare una esposizione lunga con luce naturale. Flash esterno: collegando un flash esterno si esclude automaticamente il flash principale. Notte: in questa modalità il soggetto in primo piano viene esposto correttamente senza che lo sfondo sia sottoesposto. Esposizione lunga: il flash interviene nel mezzo di una lunga esposizione. Questa tecnica permette di fermare il movimento del soggetto in primo piano, lasciando il diaframma aperto abbastanza a lungo per esporre anche lo sfondo.
Ridurre le ombre col flash di riempimento Non si raccomanda mai abbastanza di usare il flash per eliminare, o almeno attenuare, le ombre quando si ritraggono persone o altri soggetti in pieno sole. Senza il flash le aree in ombra risultano sempre troppo scure e senza dettaglio. Sarà capitato a tutti di vedere fotografie di persone con una macchia nera che copre la metà inferiore del viso, a causa dell'ombra del naso.
Azioni veloci Un flash elettronico spara un fascio di luce della durata molto minore dell'apertura del più veloce otturatore, anche meno di 1/50.000 di secondo. Questo breve ed intenso fascio luminoso riesce a bloccare l'immagine di soggetti in rapido movimento.
Intensità luminosa e leggi della fisica La quantità di luce che raggiunge un soggetto è inversamente proporzionale al quadrato della sua distanza dalla sorgente luminosa. In pratica ciò significa che se la distanza raddoppia, la quantità di luce sarà un quarto, e se si riduce la distanza della metà, la luminosità aumenta di quattro volte. Questo succede perché la luce emessa si espande allontanandosi dalla sua sorgente. Quando diversi soggetti si trovano a distanze diverse dalla camera, l'esposizione sarà corretta solo per il soggetto che si trova ad una certa distanza, normalmente quello più vicino alla camera. Gli altri soggetti risulteranno tanto più scuri quanto più sono lontani dal flash.
Occhi rossi Capita molto spesso di vedere fotografie di persone con gli occhi rossi. La luce del flash che entra attraverso la pupilla viene riflessa dalla retina verso l'obiettivo. Poiché la retina è irrorata da una fitta rete di capillari, la luce che la colpisce prende il colore del sangue. Molti flash hanno la modalità di riduzione dell'effetto occhi rossi, alcuni inviando un fascio di luce da una lampada separata, altri con una serie di brevi impulsi per provocare la parziale chiusura dell'iride prima del lampo principale.
Alcune camere digitali hanno un flash a scomparsa, abbastanza lontano dall'asse dell'obiettivo. Questo accorgimento riduce notevolmente l'effetto occhi rossi.
Altri modi per minimizzare questo fastidioso effetto: Se capita di fare un splendido ritratto di una persona che però presenta due orribili occhi rossi, è possibile rimediare senza rovinare l'immagine? Tutti i programmi di fotoritocco in circolazione, anche i più elementari, hanno una specifica funzione per la riduzione degli occhi rossi. Riduzione, non sempre eliminazione, e comunque il risultato non è certo esaltante. Uno dei metodi possibili consiste nell'uso dello strumento "timbro clone" presente in tutti i programmi di foto-editing. Personalmente lo considero quello che dà i risultati migliori, l'aspetto più naturale, a condizione di saper usare lo strumento con una certa destrezza, clonare occhi simili per colore o, meglio ancora, occhi della stessa persona presi da una diversa fotografia.
Prima e dopo la "cura". Gli occhi rossi sono stati corretti usando il tool "timbro clone" di un programma di foto ritocco.
Unità esterne I flash delle fotocamere sono comodi da usare e sempre pronti, però non hanno molta potenza e non è possibile posizionarli diversamente per evitare gli occhi rossi. Inoltre tendono ad appiattire le superfici ed i volumi, e non possono essere ruotati per illuminare la scena di luce riflessa e meno violenta. Un attacco sopra la camera permette di montare un flash separato, con un montaggio sicuro e che fornisce anche il necessario collegamento elettrico. Un connettore sincrono che collega il flash separato con un cavetto che lascia la libertà di posizionare il flash lontano dalla camera.
Flash esterno per alcuni modelli Olympus
Servo flash I servo-flash sono unità autonome e fisicamente separate dalla fotocamera, che sono azionate dal lampo prodotto dal flash della camera. Poiché molte camere producono due lampi in successione per ogni scatto (il primo è per regolare il bilanciamento del bianco), queste unità devono essere predisposte per scattare al secondo flash della camera.
I flash ad anello sono fissati attorno all'obiettivo e producono un fascio di luce circolare. Queste unità sono ideali per illuminare piccoli oggetti da fotografare in modalità macro, e sono anche molto usate in medicina e in altre applicazioni particolari.
Un servo flash ad anello
Un flash ad anello comandato dal flash principale
Corso base: La lista dei desideri Chi sta per acquistare una fotocamera per la prima vota, può facilmente perdersi tra i mille dettagli ed opzioni tra cui scegliere. Per questo è meglio orientarsi prima di tutto verso alcune caratteristiche di carattere generale come le seguenti: La qualità del flash che vi occorre sarà determinata dall'uso prevalente della fotocamera, se per foto di interni o di esterni. La scelta del tipo di ottica e di mirino dipende dal fatto di riprendere scene statiche come modelle in posa, oppure istantanee di azioni veloci come nello sport. Si intende usare il grandangolo per fotografare i paesaggi, il teleobiettivo per i ritratti, la modalità macro per le monete o gli insetti? Ciò determinerà la lunghezza focale dell'obiettivo, e se occorrerà lo zoom, obiettivi intercambiabili, o macro. Usate la fotocamera di tanto in tanto, siete un serio dilettante o un fotografo professionista? Da questo dipende se vi occorreranno controlli manuali, e quali. Stamperete le vostre foto in piccolo formato, come ingrandimenti, le includerete in documenti? O pubblicherete le immagini in una pagina Web, in una presentazione? La risoluzione che vi occorre dipende da questi usi. Le camere digitali disponibili sono talmente numerose, con così tante caratteristiche diverse che risulta difficile valutarle se non si conoscono quali funzioni offrono e quale impatto queste funzioni possono avere sulle fotografie. Consigliamo di stampare la pagina, evidenziare le caratteristiche desiderate, e usare la stampa come promemoria al momento dell'acquisto. E cercate di non essere troppo pedanti, o rischierete di non prendere mai una decisione.
Probabilmente la questione di fondo è se si vuole davvero comprare una camera digitale. Dopo tutto non è nemmeno necessario avere una camera digitale per elaborare immagini digitali. Si può sempre usare una camera a film standard e fare scannerizzare i negativi o le diapositive dal fotografo locale.
Sensore
Supporto di memoria
Download delle immagini
Compressione & Formato
Monitor & Mirino
Comandi manuali
Flash
Batterie
In questa pagine troverete un guida pratica al miglioramento delle foto digitali, rivolto principalmente ai fotografi dilettanti ed a chi ha poca dimestichezza con questa attività. Non pretendiamo di offrire un servizio professionale, cercheremo invece di dare a questo mini-corso un taglio informale e leggero, evitando per quanto possibile i tecnicismi e le complicazioni tanto care agli specialisti del settore. A partire dagli elementi di base, faremo insieme un percorso che ci porterà fino ad affrontare operazioni relativamente complesse con l'aiuto di tanti esempi pratici ed immagini, in modo da permettere a TUTTI quelli che vorranno seguirci, di ottenere ottimi risultati. Cosa ci serve Hardware minimo: Fotocamera, qualsiasi modello, preferibilmente con comandi manuali. Computer con memoria di almeno 256 MB (512 MB preferibile).
Software: Con il termine software intendiamo riferirci anche alla nostra intelligenza e volontà di imparare. Per ragioni pratiche nelle dimostrazioni utilizzeremo il software Photoshop Elements 4.0, poiché è largamente considerato come il programma di riferimento per il fotoritocco non professionale. Chi non possiede questo software, o non intende acquistarlo, non si scoraggi, perché i concetti sono gli stessi per tutti i programmi, ed i vari comandi e strumenti sono molto simili, basta solo cercare i corrispondenti.
Miti da sfatare Non è affatto vero che solo con fotocamere di alta gamma, computer potentissimi e software super-costosi sia possibile ottenere buone immagini. Tutto quello che serve è una camera digitale di medio livello, un computer (che probabilmente avete già, forse basterà solo espandere la memoria), una stampante (meglio se di qualità fotografica), e se proprio volete esagerare, uno scanner ed un masterizzatore. Tutto hardware che oggi si può trovare a prezzi molto abbordabili.
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